Un favore tra amici
In questo caso pratico un datore di lavoro ha notificato che uno dei suoi collaboratori si è infortunato durante le vacanze. A quanto pare però il ferraiolo in questione era stato appena assunto e vi sono altre evidenze che non quadrano. Si doveva trattare dunque di una frode assicurativa.
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Un ferraiolo ha subito un infortunio mortale mentre si trovava in vacanza all'estero. Questo è almeno ciò che ha notificato il suo datore di lavoro. Però il suo datore di lavoro non era effettivamente tale e il deceduto non era in vacanza. È metà gennaio quando un datore di lavoro notifica alla Suva un infortunio con esito mortale, occorso a un padre di famiglia con tre figlimentre era in vacanza all'estero. Fatto strano: stando alla documentazione il deceduto lavorava come ferraiolo presso la ditta solo da due settimane. In precedenza era stato a lungo senza lavoro.
Come era possibile che il lavoratore fosse potuto andare in vacanza dopo solo due settimane di lavoro?E il ferraiolo aveva davvero lavorato sui cantieri in quel freddo mese di gennaio? Secondo i rapporti di lavoro inoltrati l'uomo era stato impiegato in diversi cantieri. Dagli accertamenti della Suva è risultato tuttavia che tutte le imprese, ad eccezione di una, hanno dichiarato di non aver assegnato alla ditta in quel periodo ordini per la posa di armature in ferro. E quell'unica impresa, impegnata in un ordine urgente, non era in grado di indicare quale fosse il lavoratore presente sul cantiere.
Nessuna risposta
La vedova non era in grado di precisare quando il marito era andato all'estero né quale fosse il motivo del viaggio. Inoltre non sapeva spiegare di cosa avesse vissuto la famiglia negli ultimi anni, visto che il marito apparentemente non aveva lavoratoe non aveva versato nessun contributo AVS. Dopo diversi solleciti, la Suva ha ricevuto infine un passaporto scaduto con i timbri di ingresso e di uscita. Dagli accertamenti è emerso che il presunto ferraiolo era titolare di una grande impresa edile e seguiva da anni una grossa commessa all'estero. Non era deceduto per infortunio durante le vacanze, bensì durante il lavoro, lavoro per il quale non era assicurato.
L'imbroglio
A quel punto era entrato in scena il fratello dell'assicurato, amministratore della citata ditta svizzera, adducendo un rapporto di lavoro perfezionato a posterioriin virtù del quale, conseguentemente al decesso, diventavano esigibili prestazioni assicurative. La Suva avrebbe dovuto versare alla vedova una rendita capitalizzata di oltre 855 000 franchi, mentre i figli avrebbero ricevuto una rendita per orfani. La Suva ha rigettato il caso per mancanza di copertura assicurativa. Né il datore di lavoro né la famiglia hanno contestato la decisione.