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2 settembre 2024 | di Stefan Joss, Foto: Daniel Brühlmann

Reinserimento: il corpo detta la velocità

Oltre 20 anni fa, per il casaro qualificato Roger Bolliger cambia tutto da un momento all’altro: perde la gamba destra sul lavoro. Ma in breve tempo prende una decisione importante: vuole lottare per tornare «alla normalità». Una storia di successo.

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      Una domenica mattina dell’ottobre 2002 il ventottenne Roger Bolliger stava lavorando da solo nel suo caseificio, quando, d’improvviso, una scrematrice esplode. L’esplosione è così violenta che i pezzi proiettati per tutta la stanza si conficcano nel muro. Uno di questi colpisce, però, la sua gamba destra, recidendola. Viene portato all’ospedale cantonale di Aarau dove trascorre due giorni in coma. «Quando mi sono svegliato non potevo crederci, ero arrabbiato per quello che mi era successo e non mi davo pace» racconta Bolliger. «Poi mi sono posto un obiettivo chiaro: uscire dall’ospedale il prima possibile e tornare, pur tenendo conto delle circostanze, alla normalità».

      Innamorarsi delle due ruote

      Anziché lamentarsi con il personale della clinica di riabilitazione di Bellikon, Bolliger decide di sfogarsi con una Thera-Band, fissata alla testiera del letto, e inizia ad allenarsi. Ma non è stato così semplice. La sua ferita si è infettata più volte e il moncone della coscia non si è richiuso correttamente, così ha dovuto sottoporsi a un’altra operazione. «La fase di guarigione non è stata lineare e ho dovuto fare i conti con tante ricadute» ricorda Bolliger. È a questo punto che si rende conto di dover dare ascolto al proprio corpo e rispettare i tempi di guarigione dell’organismo.

      Ciononostante non ha mai perso di vista il suo traguardo ed ha continuato a porsi piccoli obiettivi raggiungibili. Bolliger non ha mai smesso di allenarsi a casa con la cyclette e, nei fine settimana, era spesso in sella per imparare nuovamente ad andare in bici. «Raggiungere giorno dopo giorno un piccolo obiettivo mi ha dato molta motivazione» ricorda Roger.

      In alto, fino ai quadri nazionali

      Il 2004 si è rivelato un anno chiave: Roger Bolliger inizia il percorso di riformazione professionale per diventare agente tecnico commerciale e scopre il ciclismo. Si iscrive quindi al GP Gippingen, una nota gara ciclistica riservata anche al paraciclismo, nella quale si contraddistingue aggiudicandosi un posto sul podio. Poco dopo entra a far parte della nazionale di paraciclismo e negli ultimi 20 anni ha partecipato a 22 Campionati del mondo nonché alle Paralimpiadi di Rio nel 2016. In occasione dei Giochi paralimpici si è classificato nono, registrando così il suo miglior risultato; fino ad adesso.

      Connettersi con la natura

      Nel 2024 Bolliger compirà 50 anni. In questi anni ha realizzato una gratificante carriera sportiva e ancora oggi si allena due volte al giorno. Di questo è grato e afferma con orgoglio: «Quando vado in bici nella natura, cerco di percepire appieno ciò che ho intorno e, ogni volta, realizzo di lavorare nel posto più bello del mondo».

      Bolliger inoltre lavora al 30 per cento per un’azienda di tecnica pubblicitaria. «Mi dedico anima e corpo al lavoro e allo sport. L’unica differenza è che lo faccio con una gamba sola».

      «L’infortunio mi ha insegnato che nella vita non bisogna rimandare. Occorre invece cogliere l’attimo perché la vita può cambiare da un momento all’altro»

      Roger Bolliger, paraciclista

      Le categorie del paraciclismo

      A settembre 2024, Roger Bolliger ha partecipato nuovamente ai Campionati del mondo di paraciclismo a Zurigo.  Ci congratuliamo con lui per gli ottimi risultati, ovvero per l’11° posto nella gara su strada e il 12° nella cronometro individuale! 

      Durante le gare di paraciclismo, i concorrenti vengono suddivisi in diverse categorie dalla C1 alla C5, dove C1 corrisponde alle disabilità più gravi e C5 a quelle più leggere. Roger Bolliger ha gareggiato nella categoria C2.

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