Come prevenire il rischio di infortunio durante il lavoro a turni
Dai giganti farmaceutici alla costruzione di binari, se si lavora a turni il rischio di infortuni ed errori aumenta in misura notevole. Quali sono le ragioni di questo aumento e com'è possibile intervenire?
Indice
In caso di lavoro notturno e a turni il rischio di infortuni ed errori è notevolmente superiore, in quanto chi lavora a turni irregolari, a volte anche di notte, è spesso esausto. Il continuo cambiamento degli orari di lavoro diurni e notturni ha l'effetto di un piccolo jet lag. «Per una persona sovraffaticata il rischio di infortunio sul lavoro e nel tempo libero è il doppio rispetto a chi ha riposato bene» afferma Reto Etterli, specialista in prevenzione della Suva. Inoltre, il rischio di subire un infortunio tornando a casa dopo il lavoro è particolarmente elevato. «Ad esempio, se si torna a casa stanchi dopo il turno di notte, il rischio di infortunio aumenta di sette-otto volte».
Non di rado, la stanchezza eccessiva è anche collegata allo stress. Per maggiori informazioni su questo tema è possibile consultare l'articolo Stress sul lavoro
Perché il lavoro a turni provoca stanchezza
Diverse ragioni portano al sovraffaticamento durante il lavoro a turni. Lavorando di notte si va contro il proprio «orologio interno»: il cosiddetto ritmo circadiano viene disturbato. Ciò significa che il ritmo biologico sonno-veglia viene stravolto e si è costretti a lavorare quando gli ormoni mettono il corpo in uno stato di inattività, e viceversa. Inoltre, si rileva un peggioramento nella qualità del sonno se quest'ultimo viene posticipato o si svolge in modo irregolare.
Il lavoro a turni porta spesso anche a mangiare in modo meno sano, in quanto gli orari dei pasti sono irregolari, durante la notte si opta perlopiù per snack freddi e malsani e si consumano bevande dolci contenenti caffeina o caffè. Il risultato di questo stile di vita è un peggioramento del sonno.
Il rischio di infortunio aumenta se si dorme male. Per maggiori informazioni su questo tema si consiglia la lettura del modulo di prevenzione dalla Suva «Dormire bene – vivere sicuri».
In che modo i collaboratori che lavorano a turni possono ridurre il rischio di infortunio?
Anche semplici cambiamenti del comportamento possono avere un effetto positivo sulla salute e sul rischio di infortunio. Questi sono i consigli dello specialista in prevenzione:
In qualità di azienda, in che modo potete ottimizzare il lavoro a turni dei vostri collaboratori?
Potete ridurre il rischio di infortuni ed errori tra i vostri collaboratori apportando delle piccole modifiche alla pianificazione e all'ambiente di lavoro. Reto Etterli fornisce alcuni consigli a riguardo. Il più significativo prevede una pianificazione intelligente dei turni:
- Evitare troppi cambiamenti dei diversi turni (ad es. mattino, pomeriggio, notte in successione).
- Evitare il lavoro a turni per più di cinque giorni di seguito e concedere almeno due giorni liberi consecutivi dopo il lavoro a turni.
- Anticipare la fine del turno di notte. Infatti, andare a dormire quando è ancora buio favorisce la qualità del sonno.
- Limitare la durata del turno a un massimo di otto ore.
- Consentire ai collaboratori la possibilità di effettuare pause regolari e fornire loro pasti caldi.
- Prendersi cura dei propri collaboratori, ad esempio, introducendo misure preventive e controlli medici regolari.
Avvalendovi dei consigli della Suva potete ottimizzare le condizioni di lavoro dei vostri collaboratori nel lavoro a turni. Visitate il modulo di prevenzione:
Un caso pratico: il lavoro a turni presso un gigante farmaceutico
I dipendenti producono farmaci ad alta tecnologia indossando tute bianche protettive. Per raggiungere il loro posto di lavoro devono superare almeno quattro controlli igienici. Non è consentito bere o mangiare e l'utilizzo della toilette è reso difficoltoso a causa degli indumenti di protezione. Le severe norme igieniche sono affiancate da un ritmo di lavoro notturno e a turni, in quanto bisogna garantire una produzione continua.
Ma le cose non funzionano bene in tutti i turni lavoro. I dipendenti del turno di notte, ad esempio, commettono una quantità di errori maggiore rispetto ai colleghi del turno diurno, benché seguano tutti le stesse procedure e liste di controllo ben definite. Per cambiare questa situazione, l'azienda farmaceutica si rivolge alla Suva.
Gli specialisti della Suva capiscono subito l'origine del problema: è il lavoro del turno di notte che ha un effetto negativo sulla concentrazione dei dipendenti. A questo si aggiunge la disidratazione: i dipendenti non assumono abbastanza liquidi perché, a causa degli indumenti di protezione, raggiungere la sala pause e i servizi igienici diventa troppo complicato, oltre a essere dispendioso in termini di tempo. Quando l'organismo non riceve una quantità sufficiente di acqua sopraggiungono stanchezza e perdita della concentrazione.
Questo è solo un esempio tra tanti. Secondo la Segreteria di Stato dell'economia (SECO), di tutte le persone occupate circa il 20 per cento ha un modello di lavoro a turni e il 16 per cento fa anche turni di notte.