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1 maggio 2019 | di

La mano non ricrescerà più

Cyrill Nänni ha vissuto una tragedia che non si augura neanche al proprio peggior nemico: ha perso l'avambraccio destro, trinciato da un trituratore. Ma di fronte a questa avversità ha reagito in modo straordinario.

Indice

      Cyrill_Nänni_20Min

      I primi tempi sono stati difficili per Cyrill Nänni: la sua fortuna più grande, oltre a seguire un percorso di riabilitazione alla Rehaklinik Bellikon, è stata avere intorno a sé familiari e amici.

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      In una grigia giornata di novembre, nei pressi di Sirnach, Turgovia, il giovane giardiniere paesaggista Cyrill Nänni (18 anni) sta lavorando insieme al suo caposquadra e a una collega utilizzando un trituratore. Sulla strada principale del paese c'è un grosso groviglio di rose da frantumare e sminuzzare. Che fatica! Con un sospiro, Cyrill si mette al lavoro. Bisogna fare presto a liberarsi di tutta questa robaccia. I rulli di trascinamento convogliano i rami pieni di spine verso le lame, che triturano tutto ciò che finisce nel loro raggio d'azione. Cyrill spinge il materiale, si china in avanti ed ecco che accade l'irreparabile: la mano si impiglia nel rullo. Il braccio destro del giovane viene «inghiottito» dal trituratore. Il suo superiore, di fronte alla scena, aziona l'arresto d'emergenza. «Quando ho tirato fuori il braccio ho visto la manica del maglione che penzolava, vuota all'interno. E da lì ho capito che la mia mano destra non c'era più».

      L'adrenalina come anestetizzante

      Cyrill ricorda solo vagamente cosa è successo dopo. Sangue, urla, una pittrice lì accanto che gli stringe il braccio con la sua cintura. Faceva male? «Non così tanto. L'adrenalina quasi ti impedisce di sentire il dolore». L'ambulanza arriva presto e, circa due ore dopo l'infortunio, Cyrill viene operato all'Ospedale universitario di Zurigo.
      Svanito l'effetto dell'anestesia, trova al bordo del letto i suoi genitori e suo fratello. Con sgomento devono prendere coscienza che la vita di Cyrill è cambiata per sempre. La mano non ricrescerà, ovviamente. Ma Cyrill non dimentica la cosa più importante: è ancora vivo!

      Una battuta fa bene al morale

      Dopo dieci giorni Cyrill viene trasferito dall'ospedale alla Rehaklinik Bellikon, specializzata nella riabilitazione infortunistica. Là incontra altre persone colpite da gravi sventure. Insieme si fanno forza, riuscendo persino a scherzare. «A che serve disperarsi? La vita deve andare avanti!» afferma Cyrill. Il giovane, ormai ventunenne, è un concentrato di energia e vitalità, e ha appena iniziato un nuovo lavoro come commesso. Con la protesi non poteva certo continuare a fare il giardiniere. Grazie al supporto della Rehaklinik e dell'AI ha potuto svolgere un praticantato e poi un tirocinio presso un grande rivenditore di articoli sportivi. «È un lavoro ideale per me. Mi piace stare a contatto con la gente e il fatto di avere un braccio solo non mi crea problemi mentre svolgo la mia attività di vendita».
      Anzi, l'infortunio ha fatto nascere in lui nuove energie. «Può sembrare strano, ma il mio handicap mi sprona a dare il meglio di me. L'unica cosa che mi manca davvero è suonare la chitarra» afferma, mentre si dirige alla pista pump track per fare un giro spericolato.

      Cyrill_Nänni_Bike_20Min

      Il suo motto: ora più che mai! Grazie alla protesi può divertirsi anche con la mountain bike.

      La Rehaklinik Bellikon

      A volte il percorso per riconquistare una quotidianità «normale» è lungo e irto di ostacoli. La Rehaklinik Bellikon aiuta persone come Cyrill Nänni, offrendo un'assistenza completa lungo il processo di guarigione dopo un infortunio o una malattia. La clinica assume un ruolo di primo piano nella riabilitazione infortunistica, e questo per vari motivi. Soprattutto grazie all'esperienza pluriennale e all'elevato livello di specializzazione del team di medici, terapisti e infermieri.

      www.rehabellikon.ch

      Con il sorriso contro le avversità

      La storia successo di Cyrill Nänni

      Cyrill Nänni - Reha Bellikon - Cover

      Il contributo dei familiari, degli amici e dei colleghi di lavoro

      Vedere volti familiari fa sentire ogni volta l'infortunato un po' come a casa e lo aiuta ad affrontare il duro periodo che sta attraversando. Piccole attenzioni e allegre chiacchierate infondono al paziente forza e speranza per tornare con successo alla vita di prima.

      www.suva.ch/reintegro

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