Così ragiona Ribi
Roman Ribi, ambasciatore della Suva e direttore dei lavori, è un convinto sostenitore delle prescrizioni della Suva. Sa però anche che nemmeno i suoi cantieri sono immuni dagli errori. Per lui il mancato rispetto di una regola vitale è sempre inaccettabile.
Indice
Quello di Oerlikon è un cantiere importante. Coop ha deciso di ristrutturare il Center Eleven costruito nel 2001. I lavori sono iniziati oltre un anno fa, ma l’attività commerciale non è stata interrotta. Roman Ribi (47 anni), direttore dei lavori, ci passa buona parte delle sue giornate. E praticamente ogni giorno nota situazioni non conformi alle direttive della Suva. «È la realtà dei cantieri» si rammarica. Ad esempio, un pezzo di una condotta in PVC ha colpito alla testa un operaio durante lo smantellamento di una parete. Visto che non indossava il casco, è dovuto stare lontano dal lavoro due settimane per una commozione cerebrale. In un altro caso, un elettricista si è arrampicato su una piattaforma elevabile per raggiungere una linea elettrica a quattro metri di altezza. «Per un momento ha disconnesso il cervello, anche se voleva solo fare bene» spiega Ribi. «Ovvio che l’ho richiamato subito. Oltre alla pressione economica, il motivo principale per cui si sbaglia è la scarsa consapevolezza dei rischi». A volte manca proprio la formazione in materia di sicurezza sul lavoro.
Il superiore deve conoscere le regole
Visto che il tempo è denaro, ha comprensione per alcune situazioni. Anche Ribi vuole lavorare in modo efficace senza perdere tempo con le prescrizioni di sicurezza. «Quando c’è in gioco la vita però non ammetto scuse». Bisogna rispettare le regole vitali che la Suva ha ideato per diversi settori. «Per motivare gli operai ad applicare le regole sui cantieri, bisogna spiegare loro a cosa servono. Le analisi preliminari sulla presenza di sostanze a rischio permettono ad esempio di evitare gravi malattie. Nel caso di questo cantiere, la presenza di amianto è stata esclusa. Il problema maggiore è dato dal fatto che non tutti conoscono le regole vitali».
Ribi punta il dito contro i superiori che avrebbero l’obbligo di informarsi su queste regole, divulgarle e vigilare sul loro rispetto. «Sono una decina o poco meno per ogni settore. Impararle non comporta un grande sforzo. Vanno comunicate dall’alto verso il basso: i superiori devono condividerle e applicarle. Solo così è possibile segnalare gli errori all’interno di una gerarchia».
Scoprite se anche nel vostro settore ci sono regole vitali da rispettare.
Un sostegno al personale
Di recente un saldatore ha chiesto il suo intervento. Stava lavorando con i DPI giusti, ma l’imbianchino poco lontano non ne era provvisto pur essendo esposto anche lui al pericolo di accecamento. «Ho assegnato all’imbianchino un altro compito». In queste situazioni tocca alla direzione dei lavori trovare una soluzione. «Ho preso sul serio la preoccupazione del saldatore, dimostrandogli che la sicurezza mi sta a cuore».
La Suva a volte può essere assillante
Anche se è ambasciatore della Suva, Ribi non lesina le critiche e confessa: «Per dirla tutta, nessuno è contento quando gli ispettori della Suva arrivano in un cantiere senza preavviso. Non è mai piacevole quando qualcuno ti fa notare i tuoi errori, ma questo è del resto il compito degli ispettori della Suva. Puoi stare certo che c’è sempre qualcuno che non usa il casco o le scarpe di sicurezza o che una protezione anticaduta è di qualche centimetro troppo bassa. Devo dire però che un cantiere pulito e ordinato previene più infortuni di una protezione anticaduta di due centimetri troppo bassa» si difende Ribi.
Dire stop è un dovere
Ribi difende a spada tratta le prescrizioni della Suva e impone che si dica stop in caso di pericolo. Tuttavia, si rende anche conto che a volte è difficile. In un cantiere lavorano diverse maestranze: elettricisti, muratori, idraulici. «Nessuno ha voglia di dire all’altro che non lavora in condizioni di sicurezza o che deve usare gli indumenti di protezione. Lo stesso capita tra il personale di una stessa azienda. Ma è sbagliato questo atteggiamento. «Se vedi qualcosa di irregolare, devi dire stop e non importa quale sia il tuo ruolo in azienda. Con la vita non si scherza. Punto».
Ribi on tour
Sui cantieri svizzeri continuano a verificarsi troppi infortuni gravi con morti e feriti. Perché? Nella serie di video «Ribi on tour» Roman Ribi, direttore dei lavori indipendente con una formazione di falegname, prova a dare una risposta a questa domanda e, insieme al suo cameraman, va sui cantieri per fare luce sui pericoli e sull’applicazione delle regole vitali. Parla con i professionisti che conoscono il loro mestiere, e lo fa in modo sincero e aperto, alla pari. Date un’occhiata e guardate cosa ha scoperto.