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7 aprile 2022 | Comunicato stampa

Le zecche proliferano a causa del riscaldamento climatico

In Svizzera si registrano ogni anno circa 14 000 punture di zecca, più comunemente note come morsi di zecca, e questo dato è in aumento. Alcuni ricercatori della Svizzera romanda hanno trovato una possibile spiegazione per il notevole aumento delle punture di zecca negli ultimi anni. Le loro analisi dimostrano che in Svizzera l’ambiente è sempre più ospitale per le zecche.

Indice

      Piccole, fastidiose e potenzialmente pericolose: ecco come potremmo descrivere una zecca in parole semplici. Questi aracnidi sono in agguato proprio dove trascorriamo volentieri del tempo in queste splendide giornate primaverili, ossia in mezzo alla natura. Nel sottobosco e sulle piante ai margini di boschi e sentieri fino a 1,5 metri di altezza, le zecche aspettano l’arrivo di persone o animali.

      L’habitat delle zecche si è ampliato di quasi due terzi

      «Secondo uno studio svolto da ricercatori della Svizzera romanda, tra il 2009 e il 2018 l’habitat adatto alle zecche si è esteso di oltre due terzi» spiega Felix Ineichen, esperto di zecche della Suva. Tradotto in cifre, nel periodo sopra citato questo habitat si è ampliato di oltre 4000 chilometri quadrati, il che corrisponde all’incirca al doppio della superficie del Cantone di San Gallo.

      Le mutate condizioni climatiche potrebbero essere uno dei motivi per cui le zecche si sentono sempre più a loro agio in Svizzera. «Soprattutto ad altitudini comprese tra i 500 e i 1000 metri s.l.m. l’ambiente è cambiato così tanto da risultare sempre più ospitale per le zecche» afferma Ineichen. Questo andamento ha poi delle ripercussioni sul numero delle punture di zecca. Tra il 2012 e il 2016 sono state registrate in media 10 000 punture di zecca all’anno. Sebbene la valutazione degli anni di pandemia non sia ancora conclusa, le stime mostrano già che nel periodo successivo compreso tra il 2017 e il 2021 si sono verificati circa 14 000 casi all’anno, il che corrisponde a un aumento del 40 per cento.

      Cifre strettamente legate alle condizioni meteorologiche

      Nonostante negli anni scorsi sia stato osservato un netto aumento delle punture di zecca, le cifre variano da un anno all’altro. La meteo incide sensibilmente sul numero delle punture di zecca. Se le temperature si alzano già a marzo, le conseguenze sono due: «Da un lato le zecche si svegliano prima dal torpore invernale, dall’altro le persone trascorrono più tempo all’aperto» spiega Ineichen. Le statistiche confermano la correlazione tra l’aumento delle temperature e il numero di punture di zecca. Infatti nei mesi di maggio, giugno e luglio gli assicuratori contro gli infortuni registrano il numero maggiore di morsi di zecca.

      Per quanto riguarda quest’anno, è ancora difficile prevedere se il 2022 sarà caratterizzato da molte punture di zecca, ma le prossime settimane potrebbero già fornirci i primi indizi. Infatti, secondo le statistiche, le condizioni meteorologiche del mese di aprile influiscono notevolmente sul numero di punture di zecca. «Gli anni in cui abbiamo registrato il numero maggiore di punture di zecca sono stati quelli in cui il mese di aprile è stato particolarmente mite e soleggiato» precisa Ineichen.

      Come proteggersi dalle punture di zecca

      È importante proteggersi dalle punture di zecca, in quanto possono provocare la borreliosi di Lyme (una malattia infettiva) o la meningite. Si raccomanda di seguire alcuni semplici consigli:

      • Evitare il sottobosco e le sterpaglie nel bosco e in giardino per non entrare in contatto con le zecche.
      • Indossare indumenti chiusi di colore chiaro, in modo da poter individuare e rimuovere le zecche prima che si attacchino alla pelle.
      • Usare un prodotto repellente da spruzzare su pelle e abiti.
      • Dopo essere stati nei boschi o in giardino fare un attento esame visivo alla ricerca di eventuali zecche.
      • Se si individua una zecca sul corpo, rimuoverla subito con una pinzetta appuntita o con le speciali pinze per zecche.
      • La Suva raccomanda di vaccinarsi contro la TBE (meningoencefalite primaverile-estiva), poiché non esiste una cura per questa rara ma grave malattia. Il mezzo migliore per evitarla è la vaccinazione.

      Ulteriori informazioni

      Chi siamo

      Nata nel 1918, la Suva occupa circa 4700 collaboratrici e collaboratori nella sede principale di Lucerna, nelle 18 sedi di agenzia presenti sul territorio svizzero e nelle due cliniche di riabilitazione a Bellikon e Sion. Azienda autonoma di diritto pubblico, assicura circa 135 000 imprese con oltre 2,2 milioni di lavoratrici e lavoratori contro le conseguenze degli infortuni sul lavoro e nel tempo libero e delle malattie professionali. Le persone disoccupate sono automaticamente assicurate alla Suva. Su mandato della Confederazione gestisce inoltre l’assicurazione militare e l’assicurazione contro gli infortuni per le persone coinvolte in provvedimenti dell’assicurazione per l’invalidità. Il ventaglio di servizi e prestazioni della Suva comprende prevenzione, assicurazione e riabilitazione. La Suva si autofinanzia, non beneficia di fondi pubblici e distribuisce le eccedenze agli assicurati sotto forma di riduzione dei premi. Nel Consiglio della Suva sono rappresentate le parti sociali – datori di lavoro e lavoratori – e la Confederazione.

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