I raggi UV danneggiano sempre la pelle!
Chi trascorre molto tempo sotto il sole presenta un rischio maggiore di sviluppare un epitelioma. Ecco come proteggersi.
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La pelle è l'organo più grande del corpo umano e può essere danneggiata da un'esposizione eccessiva ai raggi ultravioletti. In Svizzera si registrano più casi di tumori cutanei che in tutti gli altri Paesi europei. La Suva stima che, su circa 25 000 nuovi casi di epitelioma registrati ogni anno, 1000 siano correlati all'attività professionale. Le più colpite sono le persone che lavorano nell'edilizia, i copritetto e i giardinieri-paesaggisti. In generale, chi lavora abitualmente all'aperto per un periodo prolungato è esposto a una quantità molto elevata di raggi ultravioletti.
Pericolosità della radiazione UV: molti fattori in gioco
La quantità di tempo trascorso all'aperto è senz'altro importante, ma per stabilire il grado di pericolosità dei raggi UV nel singolo caso occorre considerare anche altri fattori, tra cui la stagione, l'ora del giorno e l'altitudine alla quale viene eseguito il lavoro. Una superficie bianca o metallica, ad esempio, riflette la radiazione intensificando l'effetto dei raggi UV. Inoltre è bene iniziare per tempo a utilizzare una protezione solare, ma anche in questo caso si commettono diversi errori: molti ad esempio non sanno che i raggi UV, già a maggio, presentano un'intensità equivalente a quella di agosto. Oppure ignorano che i raggi nocivi colpiscono la superficie terrestre anche se il cielo è parzialmente nuvoloso.
Un casco da cantiere dotato di visiera con protezione per la nuca protegge le parti del corpo a rischio, ossia fronte, naso, orecchie e nuca. Sia la visiera che la protezione per la nuca sono concepite in modo da non restringere il campo visivo.
L'importanza dei fattori sociali
Da alcune analisi è emerso che chi lavora all'aperto, nella maggior parte dei casi, è consapevole che i raggi ultravioletti possono provocare tumori cutanei e sa valutare il proprio rischio in modo realistico. Malgrado ciò, non tutti si proteggono adeguatamente dagli effetti nocivi del sole. Jeannette Büchel, psicologa sociale e del lavoro presso la Suva, spiega: «Il comportamento adottato dai superiori e dai colleghi di lavoro ha un peso rilevante. Prendiamo ad esempio la protezione per la nuca: c'è chi è favorevole e chi, invece, deride che ne fa uso». Se qualcuno associa la protezione per la nuca a emozioni negative, in genere evita di indossarla nonostante vi siano ottimi motivi per farlo. Chi dà il buon esempio, pertanto, contribuisce anche a salvaguardare la salute delle persone che ha intorno.
Protezione dai raggi UV: una responsabilità dei lavoratori e dei datori di lavoro
La Legge federale sull'assicurazione contro gli infortuni
Per questo abbiamo stilato alcune regole di comportamento semplici ed efficaci, rivolte a entrambe le parti in causa.
Per chi lavora all'aperto:
- Coprirsi il più possibile con indumenti adeguati.
- Applicare la crema solare su tutte le parti del corpo scoperte. Non dimenticare di proteggere labbra e orecchie.
- Adottare accorgimenti aggiuntivi nei mesi di giugno e luglio per una maggiore protezione: spostarsi all'ombra o, se non si può fare a meno di lavorare al sole, indossare un copricapo (casco, berretto) con visiera e protezione per la nuca. Viso, testa, orecchie e nuca sono le parti del corpo più a rischio di sviluppare epiteliomi.
Per i datori di lavoro:
- Laddove praticabile e opportuno, fare in modo che i posti di lavoro siano ombreggiati nei mesi di giugno e luglio.
- Fornire ai dipendenti che lavorano all'aperto crema solare e i necessari dispositivi di protezione individuale
. - Se possibile, modificare gli orari dei turni per evitare di lavorare sotto il sole cocente.
Attenzione: è importante proteggersi dai raggi UV per l’intero periodo da aprile a settembre.